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elestorie > Blog > strumenti > Chi ha paura del giudizio degli altri?

Chi ha paura del giudizio degli altri?

  • 5 Dicembre 2019
  • Eleonora Leonardi
ARGOMENTI:
dialogo interiore, paura del giudizio degli altri

Ho intervistato un ospite molto speciale su un tema che sta molto a cuore a chiunque di noi si senta “impantanata” nell’insicurezza o nel senso di inadeguatezza: la paura del giudizio degli altri.

Il nostro ospite è il massimo esperto su questo tema, ma non solo. In effetti, è riconosciuto da più parti come la voce più autorevole in circolazione in numerosi campi.

Ognuna di noi, anche se talvolta non se ne rende conto, si affida alla sua opinione per molte decisioni quotidiane. Ci facciamo influenzare dal suo parere rispetto a cosa dire, cosa fare, cosa indossare, cosa mangiare, cosa leggere, cosa guardare, spesso persino cosa volere.

Tutte noi ci interroghiamo continuamente su cosa pensa e cosa si aspetta da noi. Allora approfittiamo di questa occasione unica per scoprire qualcosa di più su di lui e sul suo pensiero!

Io: “Benvenuto e grazie per avere accolto il nostro invito”

Ospite: “Grazie a voi per l’opportunità di ascoltarmi. Non mi capita molto spesso!”

Io: “Davvero? Ero convinta proprio del contrario, e cioè che tutti la ascoltino sempre, continuamente… forse anche troppo!”

Ospite: “Oh no, questo è quello che credono… in realtà non stanno ascoltando me, ma sé stessi”

Io: “Wow… questo sì che è un inizio sorprendente! Prima di andare avanti su questo interessante spunto, vuole dirci qualche parola su chi è e di cosa si occupa?”

Ospite: “Con piacere. Io sono il Giudiziodeglialtri e mi occupo di offrire punti di vista diversi alle persone, di far vedere loro prospettive differenti su quello che fanno o come si comportano”

Io: “Detto così sembra un ruolo preziosissimo, il suo. Direbbe che le persone apprezzano questa sua attività?”

Gda: “A dire il vero non tanto… molto spesso mi accusano di essere la causa di cose spiacevoli, come il senso di inadeguatezza, l’immobilismo, le false partenze e la paura di sbagliare. Tante donne come voi – com’è che vi definite? Impantanate? – dicono che hanno paura di me”

Io: “Sì, risulta anche a me… ammetto che anch’io ho sempre avuto molta paura del giudizio degli altri. Come la fa sentire sapere di essere così temuto?”

Gda: “Bè, è spiacevole, non posso negarlo… In fondo io credo di essere legittimo, non mi sembra di fare qualcosa di così sbagliato… Tutti hanno il diritto di avere una propria opinione sulle cose, e io non faccio altro che esprimerla. Mi rattrista che tante persone si sentano così ostacolate da me”

Io: “Lei come si spiega questo atteggiamento nei suoi confronti?”

Gda: “Mah, io credo che il problema sia questo: come dicevo prima, le persone in realtà non hanno paura del giudizio degli altri – di me, insomma – ma di quello che io sono capace di risvegliare in loro stesse. E quindi se la prendono con me perché accusare gli altri è più facile, ma di fatto si stanno scontrando con il proprio giudizio di sé”

Io: “Questa è una posizione davvero forte… non è quello a cui siamo abituate a pensare. Ci saprebbe fare un esempio per provare a capirla?

Gda: “Con piacere. Pensi a questo: lei fa qualcosa che per lei rappresenta un rischio, o comunque qualcosa di importante, tipo… non so, pubblicare questa intervista nel suo gruppo Facebook. E mettiamo che… nessuno la legge. Nessuno reagisce, non un commento, non una reazione, niente di niente. Lei interpreterà questo comportamento come un giudizio negativo da parte delle iscritte alla sua community, e comincerà a dirsi “Lo sapevo che non era una buona idea…” eccetera eccetera. Mi segue?

Io: “Credo di sì…”

Gda: “Ok. Quindi, dopo questo episodio, la prossima volta che le verrà un’idea di qualcosa da scrivere, probabilmente si sentirà più frenata. Si dirà “gli altri non ritengono utile quello che ho da dire”, o “gli altri pensano che io sia inadeguata”. Ma la domanda che le faccio è: come fa a sapere che davvero gli altri pensano queste cose? Voglio dire, lo ha forse chiesto alle sue lettrici per quale motivo non avevano apprezzato quello che aveva scritto? No! Quindi non può dire che ciò che la frena è la paura del giudizio degli altri, perché nemmeno lo conosce. Ciò che la frena sono i propri giudizi su sé stessa, vale a dire il mio collega Giudiziodisé”

Io: “Ok, poniamo che abbia ragione… Ma come la mettiamo con i casi in cui conosciamo il giudizio degli altri, perché ce lo hanno comunicato?”

Gda: “Anche qui vale la mia teoria: supponiamo che gli altri… gli altri chi poi? Quante e quali persone? Questa è un’altra cosa che andrebbe approfondita, ma per ora lasciamola da parte. Dicevo, supponiamo che gli altri critichino il suo desiderio di fare la libera professionista. Perché queste critiche le fanno male?

Io: “Bè… credo che sia perché… per me è molto importante, ed è anche una scelta molto difficile su cui ho tante incertezze, per cui…”

Gda: “Esatto! LEI ha tante incertezze su questa sua decisione: prima di tutto lei. E allora cosa pensa che succeda quando arrivo io?”

Io: “Ma non lo so, ma poi perché stiamo parlando di me…”

Gda: “Glielo spiego subito: succede che – nel momento in cui qualcuno le fa una critica o mette in dubbio una sua scelta – io arrivo, vedo quel suo Giudiziodisè così grande e robusto (anche perché, se lo lasci dire, lui è ben più spietato di me) e mi ci aggrappo. In questo modo io Giudiziodeglialtri e il mio collega Giudiziodisè andiamo a formare un grosso malloppo compatto. Che le si para davanti e le blocca la strada”

Io: “Oook…”

Gda: “Il punto è che se non trovassi il Giudiziodisè a cui attaccarmi, le assicuro che lei mi vedrebbe appena attraversare la sua strada, e di sicuro non si farebbe fermare da me”

Io: “Senta, però, mi sembra che qui stiamo un po’ divagando e stiamo perdendo di vista…..”

Gda: “Non stiamo divagando affatto! E’ proprio questo il punto che lei – e tutte quelle come lei che se la prendono con me – continuate a non capire. Non sono io il vostro nemico, è il vostro Giudiziodisè!”

Io: “Allora, no, mi scusi, non è che lei può venire qui e sperare di guadagnare consensi in questo modo! Io penso che possiamo chiuderla qui…

“Gda: “Ma no, penso che questo argomento sia importante per tutte le sue Impantan…..”

Io: “No no, abbiamo finito, glielo dico io! Arrivederci!”

Gda: “Aspetti, ma dove va! Questa è casa su….. Tu guarda, se ne è andata… E io che faccio? …vabbè, mi sa che resto qui… qualcuno mi darà sicuramente importanza…”

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Ciao, io sono Eleonora

Ciao, io sono Eleonora

Mi piacciono le storie, le trasformazioni, le epifanie. E trovare le chiavi per aprire porte che stanno chiuse da un po'. Sono una coach ontologico-trasformazionale e su questo sito racconto storie di cambiamento al femminile e condivido strumenti, riflessioni ed esperienze sulla strada dello “spantanamento”

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