Anita a scuola è una ragazza un po’ timida e molto curiosa. Le piace studiare (qualcuno la definirebbe secchiona, “ma di quelle che fanno copiare”) e alle comitive di gente con cui ha poco di cui parlare preferisce i suoi pochi ma veri amici.
Va molto bene nelle materie scientifiche ed è anche molto creativa, le piace scrivere e disegnare. Quando arriva il momento di scegliere l’università, tra le due, si butta sul fronte scientifico: si iscrive a biotecnologie a Bologna e inizia la sua avventura da aspirante scienziata.
All’università va molto bene, di certo non per caso! I suoi motori si chiamano Ansia e Perfezionismo e la spingono a darsi standard molto elevati, per cui se non c’è la lode non è poi questo gran risultato e se non rispetti la tabella di marcia è un dramma. Va da sé che si laurea nei tempi e con il massimo dei voti.
Verso la fine dell’Università ha preso forma anche un terzo personaggio: Ambizione. È lei, con il sostegno di Perfezionismo, che inizia a convincere Anita che il suo sogno è diventare una grande scienziata, possibilmente all’estero.
Quando arriva il momento di fare il tirocinio in un centro di ricerca Anita sceglie un centro vicino alla sua città natale (purtroppo deve lasciare Bologna, che adora, ma così facendo limita un po’ le spese).
È un centro piccolino, certo non rinomato come altri in giro per l’Italia scelti dai suoi compagni, e dall’esperienza non impara quello che avrebbe sperato.
Ambizione comincia a scalpitare… e Anita le va dietro: si tormenta chiedendosi che razza di futuro da scienziata potrà mai avere se rimane bloccata nella provincia, mentre lei se ne vuole andare, sogna la carriera universitaria in un centro prestigioso, vorrebbe andare a Londra…
Continua…