Per la prima volta in vita sua, Alice non voleva che qualcuno la tenesse “giù”. Finalmente non sentiva più di dover essere ridimensionata. Ed era una sensazione esaltante.
Ci fu un periodo di scoperte, esplorazioni ed errori. Sperimentò tante versioni di sé, finché non mise insieme abbastanza tasselli da riuscire a comporre una nuova visione che le assomigliasse.
Naturalmente non riuscì a stare a lungo senza un piano. Controllo pretese di mettere subito qualche paletto. Come prima cosa, quindi, Alice si diede un unico, fondamentale obiettivo: mai e poi mai lasciare (di nuovo) il controllo della propria vita nelle mani di un uomo.
Infatti, quando incontrò lui, decise che non ci sarebbe stato niente.
Non contava che da lui si sentiva vista per quello che era veramente – con le cose che voleva e che non voleva, i difetti, le piccole e grandi fisse, la necessità di sentirsi libera, il bisogno di sentirsi protetta. Non aveva nessuna importanza quella sensazione istintiva, che non aveva mai sentito prima, di stare nel posto giusto quando era con lui.
Ma si vede che qualcosa l’aveva imparato, a quel punto, perché il suo nuovo piano non si rivelò ferreo come il precedente. Dopo un anno di lotte intestine Spirito di sopravvivenza ebbe la meglio su Controllo, e finalmente Alice si permise di essere felice.
Il piano riguardante il lavoro, invece, proseguiva indisturbato. Per gli obiettivi professionali era diverso: li elaborava, li seguiva e poi li modificava – spostandoli sempre un po’ più in alto – in automatico. Non doveva nemmeno pensarci.
Quando finalmente – liberatasi del vincolo dell’essere “moglie di” – entrò nell’azienda che voleva, cominciò subito a mettere tutte le sue energie nel lavoro, e i risultati iniziarono presto ad arrivare.
Solo che non bastava mai. Come del resto le era successo in tutte le sue esperienze passate, quella corsa forsennata, quell’investimento assoluto di energie, non avevano fine.
Ogni volta che un traguardo si avvicinava – una promozione, un nuovo ruolo, una nuova responsabilità, nuove occasioni, nuovi riconoscimenti – Alice smetteva di vederlo, gli occhi già puntati verso il traguardo successivo. Aveva imparato tante cose, e in tante era cambiata… ma quella cosa lì non cambiava mai.
E poi c’era un’altra abitudine in cui era ricascata: di nuovo aveva messo la sua vita – professionale – nelle mani di un uomo ingombrante.
Lui non era difficile come il professore del dottorato di ricerca, ma era comunque un capo abbastanza carismatico da farla cedere alla tentazione di posizionarsi comodamente sotto la sua ala. Un’ala protettiva e rassicurante, sotto la quale non correva rischi… e nemmeno opportunità.
Se tutto fosse andato come da copione, a un certo punto Alice si sarebbe accorta che lo stava facendo di nuovo. Ancora una volta si stava facendo ridimensionare… di nuovo qualcuno la stava tirando giù. E avrebbe fatto quello che sapeva fare meglio: decidere che era arrivata al limite e andare via.
Ma non ha fatto in tempo, perché lui – il capo ingombrante – se ne è andato per primo. E Alice è rimasta lì, sconcertata da questo cambio di copione improvviso. Totalmente destabilizzata dall’essersi ritrovata, per la prima volta, in balìa della scelta di qualcun altro.
Tutti intorno a lei si aspettavano che, dopo questo scompenso iniziale, si sarebbe affrettata a formulare un nuovo obiettivo e si sarebbe rimessa a correre.
E invece… da un po’ di tempo Alice è ferma in questo pantano. Sa che prima o poi dovrà spostarsi dal punto in cui è ora, ma non ha idea della direzione in cui andare. E invece di ripartire verso una direzione a caso… sta ferma.
Controllo è convinto che si sia inceppata, a tratti si fa prendere dal panico e cerca di metterle fretta. Spirito di sopravvivenza, invece, ancora una volta ha capito che c’è qualcosa di necessario in questa stasi, e la sta incoraggiando a prendersi tutto il tempo che le serve.
Perché, stavolta, Alice ha visto qualcosa di nuovo. Stavolta si è accorta che stare senza un piano è un casino, d’accordo, ma averne sempre uno è anche più pericoloso. Per la prima volta ha intuito che il “piano” è un modo come un altro per riempire il vuoto, la paura, o lo scarso amore per sé.
Ripensando a tutti quegli anni di corsa forsennata per raggiungere prima un traguardo e poi un altro e poi un altro, ora vede che nessuno di quei traguardi la faceva stare bene. Ogni obiettivo che si era posta non era nato da un desiderio profondo o da una consapevolezza: era solo il passo logicamente successivo sulla strada, secondo lei inevitabile, verso la “perfezione”. Ma la perfezione per chi?
In quella corsa forsennata Alice non si chiedeva mai veramente se quello a cui ambiva era giusto per sé. Mentre ora, grazie a questo “vuoto” di progetti, per la prima volta ha l’opportunità di usare il suo tempo – e il distacco emotivo da tutti quegli uomini ingombranti – per capire dove vuole andare davvero.
Certo, per ora c’è soltanto una gran nebbia… ma il pantano in cui si trova è fatto di terreno fertile. Dentro di lei stanno maturando nuovi semi, e quando germoglieranno – Spirito di sopravvivenza ne è sicuro – lei sarà capace di raccoglierli.