Quante volte ti sei detta “Non sono all’altezza”, “Non ce la posso fare” o “Non sono in grado”? Quante volte ti sei lasciata paralizzare dal senso di inadeguatezza e ti sei privata della possibilità di fare qualcosa, o addirittura di sognarlo?
Il senso di inadeguatezza è capace di produrre emozioni molto forti – può prenderci allo stomaco, toglierci le energie e farci sprofondare nello sconforto o nell’ansia.
E soprattutto può compromettere la nostra lucidità: se andiamo dietro al senso di inadeguatezza possiamo rinunciare a sogni, evitare di fare progetti, rifiutare opportunità e rifuggire il confronto con le persone che consideriamo più capaci di noi.
In pratica, se non ci stiamo attente, in nome del senso di inadeguatezza possiamo tranquillamente rovinarci la vita.
Allora non sarebbe il caso di trovare un modo per superarlo?
Il senso di inadeguatezza è una trappola
So già cosa stai pensando. “E’ impossibile superare il senso di inadeguatezza! Se sono inadeguata sono inadeguata… è oggettivo”.
Adesso dirò una cosa che forse non vuoi sentirti dire: il senso di inadeguatezza è prodotto da te.
Il senso di inadeguatezza è una convinzione, un modo di vedere le cose. E’ la “lente” attraverso cui guardi e interpreti quello che ti succede.
E come tutte le convinzioni, tendiamo a scambiarla per la realtà.
Può darsi che la tua convinzione di valere poco / meno degli altri venga da molto lontano: si è formata da qualche parte nel tuo passato e sei cresciuta portandotela dentro.
Quando una convinzione è così radicata in noi ci dimentichiamo che siamo noi stesse ad alimentarla.
Per questo il più delle volte non ci rendiamo conto che lasciarci guidare dal senso di inadeguatezza è una nostra scelta.
Quando ci autosabotiamo, rinunciamo a fare progetti o rifiutiamo un’opportunità non pensiamo che lo stiamo scegliendo. Lo facciamo convinte di non avere alternative, perché la nostra inadeguatezza è “oggettiva”.
Così lasciamo che la convinzione di non essere all’altezza ci intrappoli e ci limiti. Proprio come nella favola dell’elefante incatenato, non proviamo nemmeno a verificare quanto le catene che ci legano siano solide. Semplicemente, restiamo intrappolate e non facciamo nulla per liberarci.
Anche gli psicologi J. E. Young e J. S. Klosko, nel libro Reinventa la tua vita, usano l’immagine della trappola per descrivere l’inadeguatezza. Per loro il senso di inadeguatezza è una “trappola mentale”: uno schema di pensiero che ripetiamo, invariato, in tutte le circostanze, e che finisce per determinare il nostro modo di sentire, agire e relazionarci con noi stesse e con gli altri.
Ma, come tutte le trappole, più cerchi di ignorare il senso di inadeguatezza e più quello ti stringe e ti impedisce di muoverti.
Per riuscire a liberarti da questa ti serve imparare a conoscere da vicino com’è fatto il tuo senso di inadeguatezza.
Accogli l’idea che, quando ti dai dell’inadeguata, potresti non avere ragione.
Sai quanto ti costa il senso di inadeguatezza?
Magari pensi che, a parte il disagio che provi quando arriva, il senso di inadeguatezza non abbia conseguenze così importanti. Allora perché fare lo sforzo di lavorarci?
E’ vero, lì per lì ti senti una schifezza, ma poi trovi il modo di scacciarlo e non ci pensi più. Almeno finché non ti ci senti di nuovo.
E così non ti accorgi che il senso di inadeguatezza entra di prepotenza nelle scelte che fai ogni giorno.
Per esempio quando si tratta di prendere decisioni importanti, mettere a fuoco i tuoi obiettivi o chiedere quello che ti spetta. È facile che, in queste situazioni, ti lasci guidare da quella vocina che ti ripete “non ce la puoi fare”. E fai una scelta diversa da quella che faresti se ti sentissi convinta delle tue possibilità.
Se ti fermi a pensare a tutte le scelte che fai condizionata dal senso di inadeguatezza potresti scoprire che, molto più spesso di quanto pensi, lasci a questo personaggio il timone della tua vita.
Di seguito trovi alcuni dei modi in cui può manifestarsi la convinzione di non essere all’altezza. Vengono dalla mia (ricca!) esperienza personale e dalle testimonianze di amiche, colleghe e clienti. Tutte donne che, come te, lottano con questa convinzione difficile da estirpare.
Sai riconoscere quali sono i tuoi?
- Autosabotaggio — Magari ti vengono in mente tante cose che potresti fare, o dire, o cambiare nella tua vita. Ma appena provi a immaginarti in quella nuova situazione ti vedi incapace di affrontarla. Cominci a dirti “non potrei mai”, “non sarei mai capace”, “è impossibile” e abbandoni l’idea prima ancora di iniziare.
- Difficoltà a prendere decisioni — Quando ti trovi di fronte a una scelta inizi a figurarti come ti sentiresti nei diversi scenari. E sistematicamente ti vedi inadeguata in quello che ti è meno familiare. Alla fine scegli la strada in cui ti senti meno a disagio; che, magari, vuol dire precluderti un mondo di opportunità che si sarebbero potute aprire scegliendo l’altra strada.
- Dipendenza dalle opinioni altrui — Dato che non dai molto credito alle tue idee, spesso chiedi consiglio alle persone che consideri “migliori” di te. Il problema è che – com’è normale – ognuna di loro ti dà la propria opinione e queste spesso cozzano tra loro. Tu ti ritrovi senza una strada chiara da seguire e, nel dubbio, lasci perdere.
- Terrore di sbagliare — Sei perseguitata dall’idea che gli altri si accorgano della tua inadeguatezza. Perciò se fai un errore (anche il più trascurabile) lo vivi come una tragedia. Ti dici che le persone intorno a te lo considereranno gravissimo e parleranno male di te nei secoli dei secoli.
- Ipersensibilità ai feedback negativi — Ogni volta che qualcuno ti critica ti senti come se l’orrendo segreto della tua inadeguatezza fosse stato svelato. E ti senti travolgere dalla vergogna. Non importa se quel feedback riguardava solo uno specifico comportamento o circostanza. Tu lo prendi come un giudizio su tutta te stessa che conferma la tua visione di te.
- Insensibilità ai feedback positivi — Se qualcuno esprime un apprezzamento su qualcosa che hai fatto lo liquidi come infondato. Ti dici che chi te lo ha dato non è competente, non è sincero o vuole solo essere gentile. Quindi quel giudizio positivo non ha valore. Se questo qualcuno è anche una persona che ti vuole bene, poi, vale ancora meno!
- Paura del conflitto — Dato che ti senti inadeguata rispetto a certe persone eviti più che puoi di entrare in conflitto. Il risultato è che, per non correre rischi, finisci per essere iper flessibile / adattabile / accomodante. E per sopportare situazioni che non ti piacciono e dire più “sì” di quanti vorresti.
Le vie del senso di inadeguatezza sono infinite. Impara a riconoscere quali percorre il tuo
Rispetto a cosa ti senti inadeguata?
Ok, ti senti inadeguata. Tanto, poco, spesso, ogni tanto, sempre. Ho capito. Ma rispetto a cosa?
“Inadeguata” è un termine relativo. Per dire che qualcosa è “inadeguato” a un certo scopo o situazione, vuol dire che sappiamo cosa sarebbe “adeguato”. Cioè quali sono gli standard o le aspettative da rispettare.
Inadeguatezza, standard e aspettative vanno sempre insieme. Non c’è senso di inadeguatezza senza che ci sia uno standard che, secondo te, non stai riuscendo a raggiungere o un’aspettativa che non stai soddisfacendo.
Ma chi fissa questi standard? Di chi sono queste aspettative? Indovinato: ancora una volta c’entri proprio tu.
Gli altri che sono così bravi
Magari la cosa che ti capita più spesso è che ti senti inadeguata rispetto ad altre persone.
Tutte abbiamo un elenco di “altre” e “altri” di fronte a cui sentiamo sistematicamente inadeguate. E siamo abituate a pensare che il motivo per cui questo succede è che loro sono migliori di noi.
Mi spiace dover essere sempre io a darti notizie scomode, ma questa… non è altro che una rassicurante scusa. Non esiste alcun registro delle persone migliori di te, né una classifica mondiale che le pone su un gradino più alto del tuo.
In effetti, le parole con cui completare la frase “mi sento inadeguata perché loro sono …” le scegli, ancora una volta, tu.
E renderti conto di questo è il primo passo per indebolire le fondamenta del senso di inadeguatezza che provi rispetto agli altri.
Il falso mito del giudizio degli altri

Spesso ci sentiamo inadeguate rispetto a quello che gli altri si aspettano da noi.
La questione è che, in genere, non sappiamo di preciso cosa gli altri si aspettano in ogni singola circostanza. (E, se soffriamo di senso di inadeguatezza cronico e temiamo i feedback, difficilmente glielo chiederemo!).
Per cui nella maggior parte dei casi facciamo delle ipotesi.
Quindi, per essere più precise, spesso ci sentiamo inadeguate rispetto a quello che pensiamo che gli altri si aspettino da noi.
Ma allora… se siamo noi a fare ipotesi su quello che gli altri pensano di noi, va a finire che questa entità di cui abbiamo così tanta paura – il giudizio degli altri – è solo lo specchio dei nostri giudizi su noi stesse.
Il che ci porta al punto successivo.
Le due facce del perfezionismo
Quando ti sembra di essere sempre – ma proprio sempre – inadeguata ci sono due possibilità:
- hai ben chiaro (perché lo hai verificato con domande precise) cosa ci si aspetta da te in ogni singola situazione. Quindi hai fondati motivi per affermare che in nessuna di quelle situazioni sei adeguata
- ti poni degli standard irraggiungibili
Quante probabilità ci sono che rientri nel caso 1? Praticamente nessuna.
Sono quindi lieta di annunciarti – se non lo sapevi già – che anche tu sei caduta nella trappola del perfezionismo.
Il Perfezionismo è un personaggio molto ambiguo.
A volte si mostra sotto forma di “eccellenza”, cioè ci stimola a fare bene e ci incoraggia a migliorarci, imparare, dare il meglio di noi stesse.
Altre volte prende la forma meno amichevole di “esigenza”, con quella vocetta stridula che ci ricorda che, qualunque cosa stiamo facendo, non è abbastanza.

Se sei molto esigente con te stessa non fai che spostare continuamente i tuoi standard più lontano dal punto in cui ti trovi. In questa rincorsa continua di quello che manca è inevitabile che tu ti senta sempre inadeguata.
Come superare il tuo senso di inadeguatezza
Arrivata a questo punto ti starai chiedendo come cosa puoi fare per superare il tuo senso di inadeguatezza o, almeno, imparare a non restarne travolta.
Il punto di partenza è mettere in discussione il tuo senso di inadeguatezza per come lo hai visto fino a oggi. Accogli l’idea che, anche quando ti sembra oggettiva e incontrovertibile, quella di non essere all’altezza è una tua convinzione.
E, poiché è una convinzione, hai tu il potere di continuare ad alimentarla e darle tutto il potere che le hai sempre dato. Oppure di smettere di “nutrirla” e cercare nuovi punti di vista e nuove convinzioni da coltivare.
Ma come farlo?
Impara a farti nuove domande
Le convinzioni si fondano sui fatti. Fino a oggi sei stata convinta di essere inadeguata, e hai collezionato e consolidato nel tempo un repertorio di fatti a sostegno di questa tesi.
Il problema è che, come l’elefante incatenato, ti sei dimenticata di tenere questo tuo repertorio aggiornato. E, soprattutto, di arricchirlo con tutti i fatti che avrebbero dato forza alla tesi opposta.
Sbloccare il senso di inadeguatezza richiede che tu impari a farti più domande di prima e a guardare te stessa da punti di vista diversi. Solo così potrai, un passetto per volta, modificare la tua radicatissima convinzione di essere inadeguata.
Quando senti arrivare il senso di inadeguatezza puoi chiederti, per esempio:
- su che base mi dico che non sarò all’altezza? Che “prove” ho?
- quali esempi ho che dimostrano il contrario?
- quali vantaggi ho a sentirmi inadeguata invece che riconoscermi il mio valore?
Chiedi feedback
Certo, è molto difficile modificare i tuoi punti di vista quando ci sei solo tu con la tua testa (e le solite vecchie convinzioni che bussano alla porta).
Per trovare nuovi punti di vista sulla tua presunta “inadeguatezza” non c’è niente di più utile del confronto con altre persone.
Parti dalle persone che ti sono più vicine. Sapere che ti vogliono bene e ti stimano (anche se tu, col tuo senso di inadeguatezza, non hai mai davvero capito perché) ti darà una mano nel superare il terrore dei feedback negativi.
So che non sarà facile comunque: spesso i giudizi che temiamo di più sono proprio quelli di chi ci sta vicino.
Riscopri il valore della tua storia
Se sei incastrata nella trappola del perfezionismo, è probabile che quando ripensi alla tua storia applichi il punto di vista dell'”esigente”. Perciò ti concentri su quello che manca.
Ti soffermi, rivedendoli all’infinito, i risultati che non hai raggiunto, i successi che non hai avuto, le soddisfazioni che ti sono mancate. Mentre ti dimentichi di ricordare i risultati positivi. O, ancora peggio, li sminuisci dicendoti che sono stati frutti della fortuna, del caso o dell’aiuto di qualcun altro (in pieno stile “sindrome dell’impostore”).
Invece, il posto migliore dove trovare le ‘prove’ che ti servono per smantellare il senso di inadeguatezza è proprio la tua storia.
Ripercorri i momenti importanti del tuo percorso. Ripensa a quello che hai imparato in tutti i suoi passaggi chiave (anche in quelli che hai sempre visto come sbagli, fallimenti o impantanamenti).
È nella tua storia che si nascondono le risorse che stai cercando. Sono sempre state lì, solo hai perso l’abitudine a vederle.
Dobbiamo abbandonare la versione della storia che ci siamo raccontati finora per poter vivere appieno la nostra vita
Lori Gottlieb
Non suona facile?
Lo so. Non ho mai detto che sarebbe stato facile…
Come potrebbe essere facile modificare una convinzione talmente radicata in te da avere condizionato, fino a oggi, tante delle tue scelte e delle tue azioni?
Ma la buona notizia è che “difficile” è diverso da “impossibile”, e ci sono tante risorse che possono aiutarti a farlo:
- ci sono tanti spunti che possono ispirarti a esplorare e a porti domande: ne hai trovate in questo articolo, ne puoi trovare altre in questo blog, in molti libri, nei Ted Talks tenuti in tutto il mondo
- ci sono tante altre donne come te che affrontano le stesse sfide: se ti unisci alla Community Impantanate di Successo troverai donne che, come te, sono terribilmente in gamba ma il più delle volte non se lo riconoscono, e molti spunti, esperienze, storie e occasioni di confronto
- c’è il supporto che posso darti io, facendoti domande che non sei abituata a porti e aiutandoti a guardare te stessa e la tua “storia di inadeguatezza” da prospettive diverse dalla tua (lo sai che puoi accedere a una sessione esplorativa gratuita, vero?)
Il primo, indispensabile, passo è aprire la tua mente e il tuo cuore per iniziare a vedere queste risorse, e poi scegliere di usarle.
Allora… che cosa farai?